Disprassia e visione: il ruolo dell’ortottista nella riabilitazione motoria

La disprassia è un disturbo che influisce sulla coordinazione motoria, compromettendo la capacità di eseguire movimenti volontari in modo fluido e organizzato. Un’adeguata valutazione ortottica può contribuire a migliorare le abilità visive e motorie dei pazienti affetti, favorendo una migliore qualità della vita.

Cos’è la disprassia?

La disprassia si manifesta già in età infantile, rendendo difficoltosa l’esecuzione di azioni quotidiane come vestirsi, allacciarsi le scarpe o compiere movimenti coordinati. Nonostante ciò, i soggetti disprassici hanno capacità cognitive nella norma. Il disturbo persiste anche in età adulta, con difficoltà nel coordinare movimenti volontari, coinvolgendo la motricità globale o specifiche aree del corpo come mani, occhi e bocca.

Questa condizione può influire su molteplici aspetti della vita quotidiana, determinando problemi nella socializzazione, nello sviluppo dell’autonomia e nell’acquisizione delle competenze motorie necessarie per le attività scolastiche e lavorative. È quindi fondamentale individuare precocemente il disturbo e intervenire con strategie adeguate per minimizzare le difficoltà.

Sintomi della disprassia nei bambini

I bambini con disprassia appaiono instabili, goffi e maldestri, presentano difficoltà motorie e verbali, e hanno problemi di orientamento spaziale. Alcuni segnali caratteristici includono:

  • Scarso equilibrio e coordinazione nei movimenti.
  • Ritardo nel linguaggio e difficoltà nella gestualità.
  • Problemi di attenzione e iperattività.
  • Bassa autostima e facile irritabilità.
  • Difficoltà nelle attività quotidiane come mangiare, vestirsi e mantenere l’igiene personale.

In età prescolare, il disturbo diventa più evidente e interferisce con la vita quotidiana. Tra le difficoltà più comuni troviamo:

  • Scarsa percezione visiva e difficoltà oculo-manuali.
  • Problemi di pianificazione e organizzazione.
  • Difficoltà nei movimenti complessi, come salire le scale o giocare con la palla.
  • Tendenza a inciampare e a cadere spesso.
  • Scarso sviluppo della motricità fine, con difficoltà a usare matita e forbici.

Con la crescita, i bambini disprassici diventano più consapevoli delle loro difficoltà e possono sviluppare strategie di evitamento per ridurre il disagio. In ambito scolastico, queste difficoltà si traducono in una maggiore fatica nel seguire il ritmo delle lezioni, nella scarsa partecipazione ad attività motorie e nel senso di frustrazione derivante dall’incapacità di eseguire compiti apparentemente semplici per i coetanei.

Disprassia e apprendimento

Il disturbo influisce anche sugli apprendimenti scolastici, in particolare su lettura e scrittura. Le problematiche principali includono:

  • Scrittura compromessa per difficoltà nella programmazione e coordinazione dei movimenti fini.
  • Problemi nei movimenti oculari, con lettura non fluida e perdita della riga.
  • Difficoltà nella comprensione del testo a causa di una lettura imprecisa.
  • Sensazione di frustrazione e isolamento sociale.

I bambini con disprassia possono avere difficoltà anche nel calcolo, poiché il processo di scrittura numerica e la gestione dello spazio sul foglio risultano problematici. Inoltre, la memoria di lavoro può essere compromessa, rendendo difficile il recupero delle informazioni e la loro rielaborazione.

Per supportare questi studenti, è utile adottare strumenti compensativi e strategie didattiche mirate, come l’uso di dispositivi digitali per la scrittura, mappe concettuali e pause frequenti per evitare un eccessivo affaticamento.

Riabilitazione visiva per la disprassia

La riabilitazione visiva aiuta a migliorare le abilità visive e motorie nei soggetti disprassici, lavorando su:

  • Miglioramento della fissazione visiva per prolungare i tempi di mantenimento dello sguardo.
  • Esercizi di messa a fuoco per adattarsi a diverse distanze focali.
  • Lavoro sulla percezione spaziale per ridurre difficoltà di orientamento e movimento.
  • Allenamento oculo-motorio per rendere i movimenti degli occhi più fluidi e coordinati.

Un aspetto fondamentale della riabilitazione visiva è l’adattamento dell’ambiente circostante per favorire il corretto sviluppo delle capacità motorie e percettive. L’utilizzo di materiali con contrasto elevato, l’illuminazione adeguata e la riduzione di stimoli visivi superflui possono facilitare il compito del bambino e migliorare le sue prestazioni quotidiane.

Questi interventi mirano a ridurre le difficoltà di lettura, scrittura e coordinazione motoria, migliorando la qualità della vita dei pazienti con disprassia. Il coinvolgimento della famiglia e della scuola nel percorso riabilitativo è essenziale per garantire continuità e supporto costante nelle attività quotidiane.

Conclusioni

L’intervento ortottico nella riabilitazione della disprassia è fondamentale per migliorare le abilità visuo-motorie e ridurre le difficoltà quotidiane. Una diagnosi precoce e un trattamento mirato possono fare la differenza nel supportare il paziente nel suo percorso di crescita e autonomia.

È importante sensibilizzare genitori, insegnanti e operatori sanitari sull’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione della disprassia. Solo attraverso un lavoro congiunto tra ortottisti, logopedisti, neuropsicomotricisti e pedagogisti è possibile garantire un supporto efficace e personalizzato per ogni bambino.

Dott.ssa Sara Toma – Ortottista a Milano


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