Dott. Zappia, uno strumento di ultima generazione nel campo della radiodiagnostica odontoiatrica è la TAC Cone Beam. Di cosa si tratta?
La TAC Cone Beam è una particolare macchina in grado di scansionare le arcate dentali del paziente in 3D attraverso l’emissione di una dose molto bassa di raggi X a fascio conico (da cui il nome “cone beam”). Questi raggi attraversano il corpo del soggetto esaminato e forniscono immagini tridimensionali di altissima qualità delle strutture craniofacciali. La naturale forma tridimensionale del raggio conico fa sì che la terza dimensione si generi immediatamente e virtualmente, come accade con la TC tradizionale. A mio parere, la TAC Cone Beam, con il 60% dei raggi in meno assorbiti dal corpo, è oggi il top nel suo campo e per questo lo Studio Zappia se n’è recentemente dotato.
Quando in particolare è indicata?
Innanzitutto nella Chirurgia implantare e pre-implantare per rilevare ad esempio la quantità e la qualità dell’osso presente. Grazie alla TAC cone beam, se necessario, si può quindi intervenire rialzando il seno mascellare o con innesti di osso preso dal paziente stesso (autologo) oppure sintetico. I risultati forniti dalla TAC cone beam faranno inoltre da guida nella realizzazione degli impianti dentali. La definizione eccezionale delle immagini permette di diagnosticare e studiare patologie come la sinusite mascellare, la fistola dentale e tutti quei processi infiammatori che interessano la radice del dente.
La TAC Cone Beam è utile anche per le anomalie della dentizione?
Assolutamente sì. Ciò che l’esame obiettivo mostra o fa sospettare può trovare conferma attraverso questo esame, che suggerisce l’intervento più appropriato in caso di inclusione dentale o disodontiasi, cioè la difficoltà di eruzione di alcuni denti nei bambini a causa della mancanza di spazio oppure a seguito di orientamento scorretto del dente. Si tratta di un fenomeno che coinvolge maggiormente i terzi molari e canini.
Come avviene concretamente l’esame?
In base al macchinario utilizzato l’esame può essere eseguito da seduti o in piedi, a patto che il soggetto mantenga la testa ferma sull’apposito poggiatesta. A quel punto la parte superiore della macchina gira attorno alla testa del soggetto per raccogliere le informazioni sul cavo orale, che poi saranno processate dal software, al fine di ottenere la rappresentazione tridimensionale delle ossa, dei denti e del parodonto. L’esame dura meno di un minuto (circa 40 secondi) ed è assolutamente indolore. Inoltre, grazie a una collimazione molto precisa del raggio, si può decidere esattamente quali strutture irradiare e quindi prendere in esame. Si può visualizzare una sola arcata come tutto il cranio, a seconda delle necessità diagnostiche.
Altri vantaggi oltre a quelli già evidenziati?
Il macchinario è aperto per cui è adatto a chi soffre di claustrofobia. La scansione riproduce immagini nitide, prive di sovrapposizioni o deformazioni, consentendo così di fare diagnosi in maniera più tempestiva e precisa, di misurare distanze millimetriche tra le strutture e quindi programmare e simulare l’intervento con maggiore garanzia di successo. Tutto questo riduce a sua volta i tempi chirurgici e l’invasività. La TAC cone beam 3D è utile in tutti quei casi in cui le informazioni ottenute dalle radiografie bidimensionali non siano sufficienti a comprendere le dimensioni e il posizionamento tridimensionale nello spazio delle strutture di interesse.