Basterebbe fare caso ai numerosi spot pubblicitari per comprendere la larga diffusione del reflusso faringo laringeo (la parte otorinolaringoiatrica del più famoso reflusso gastroesofageo), una vera e propria malattia che i farmaci sintomatici non possono guarire in maniera definitiva.
La diffusione del reflusso faringo laringeo
La malattia è estremamente diffusa, al punto che un terzo della popolazione occidentale presenta sintomi dovuti a reflusso almeno una volta al mese ed il 4-7% ne è affetto tutti i giorni.
Mi piace paragonare il reflusso ad un iceberg, la cui punta è rappresentata dai pazienti che escono allo scoperto e la parte sommersa da coloro che preferiscono non affrontare il problema in maniera seria, limitandosi ad assumere quei sintomatici da cui si rischia di diventare dipendenti.
I danni da reflusso faringo laringeo
Il reflusso di succhi gastrici e della pepsina (enzima della digestione) è in grado di dare lesioni e disturbi non solo a livello dell’esofago (reflusso gastro-esofageo propriamente detto, esofagite da reflusso), ma anche dei distretti otorinolaringoiatrici, in particolare gola (faringe), corde vocali (laringe), apparato respiratorio (con asma da reflusso e broncopolmoniti da aspirazione). Tolto pezzo
I sintomi del reflusso faringo laringeo
Il reflusso faringo laringeo ha dei sintomi molto fastidiosi, a partire dalla faringite cronica, cioè un mal di gola ricorrente. La faringite cronica raramente è di origine infettiva, molto più di frequente è dovuta ad un problema di reflusso.
Inoltre, il reflusso provoca ipersecrezione catarrale ed eccesso di saliva, con il ricorrente bisogno di “raschiare” la gola.
C’è poi la sensazione di avere un corpo estraneo in gola, dovuta alla contrazione spastica della muscolatura faringea in risposta ad un effetto irritativo o infiammatorio legato al reflusso.
Anche eventuali forme di transitoria disfagia (difficoltà di deglutizione) possono riconoscere un analogo meccanismo sottostante. Questo genere di disturbi è però tipico di soggetti particolarmente ansiosi, quindi con una forte componente psicologica.
Alcuni pazienti presentano disturbi oculari (bruciori, prurito) che generalmente non vengono presi in considerazione perché non considerati legati al reflusso.
Le possibili patologie causate dal reflusso faringo laringeo trascurato
Il reflusso abituale può avere conseguenze anche sulle corde vocali, causando la laringite cronica, che nella variante edematosa è caratterizzata dal rigonfiamento delle corde vocali, polipi o alterazioni di tipo leucoplasico che possono degenerare nel tempo anche verso un carcinoma. Ricerche effettuate da numerosi autori hanno dimostrato come i tumori della laringe siano più frequenti in pazienti con reflusso non trattato.
Fumo ed alcool
D’altronde i due principali fattori di rischio del cancro della laringe (fumo ed alcool) sono anche considerati fattori predisponenti, motivo per cui diventa difficile dire se nell’evoluzione del carcinoma abbia un ruolo preponderante il reflusso o l’azione lesiva di fumo ed alcool.
Patologie del naso e del rinofaringe
Sebbene la correlazione tra patologie nasali e reflusso non sia ancora stata documentata con certezza, è molto probabile che anche patologie quali la rinofaringite, la stenosi tubarica, l’ipertrofia delle adenoidi, la sinusite cronica, e forse anche la poliposi nasale e l’ipertrofia dei turbinati, riconoscano quale fattore concausale il reflusso.
In generale, l’azione cronica degli acidi porta all’infiammazione e successivamente all’edema, quindi all’ipertrofia delle mucose. Tale meccanismo d’azione potrebbe spiegare il possibile ruolo del reflusso in molte patologie naso-sinusali.
La diagnosi passa attraverso la visita otorinolaringoiatrica
La valutazione diagnostica di un sospetto reflusso faringo laringeo deve essere interdisciplinare, partendo da una visita otorinolaringoiatrica seguita poi dall’endoscopia delle vie aero-digestive superiori mediante fibroscopio flessibile.
L’endoscopia delle vie aereo-digestive
Importante è l’endoscopia delle vie aereo-digestive che, oltre all’osservazione diretta di eventuali anomalie a livello delle corde vocali, permette di riconoscere alcuni segni tipici di reflusso a livello del distretto faringo-laringeo: la presenza di una patina bianca a livello della base della lingua e della tonsilla linguale, ma soprattutto il gonfiore ed il rossore della zona posteriore della laringe.
Il monitoraggio del reflusso mediante pH-metria
La pH-metria esofagea in associazione alla impedenzometria esofagea è l’unico accertamento in grado di misurare con precisione il reflusso e le sue caratteristiche. Con tale indagine è possibile monitorare il paziente per 24 ore registrando le variazioni di acidità occorse durante un ’intera giornata.
Questo studio prolungato permette di individuare gli episodi di reflusso, di correlarli con il quadro clinico del paziente, di studiarne la distribuzione durante la giornata e la loro associazione con eventi importanti (pasti, sonno, sintomi).
La gastroscopia
La esofago-gastroscopia non serve a diagnosticare il reflusso, ma ad indagare la presenza di un danno infiammatorio alla mucosa esofagea dovuto al reflusso patologico e stabilire la severità di tale danno. A volte tale esame risulta negativo perché il paziente presenta solo un reflusso alto con più componente enzimatica che causa danno solo a livello dei territori di pertinenza otorinolaringoiatrica.
La terapia medica del reflusso faringo laringeo
I farmaci di elezione per la terapia del reflusso sono gli inibitori della secrezione acida gastrica associati a farmaci che evitano meccanicamente il reflusso.
Altri farmaci molto utili sono quelli in grado di accelerare lo svuotamento gastrico e migliorare la motilità dell’apparato digerente. Un ruolo minore hanno gli antiacidi, tanto pubblicizzati in tv, che da soli non possono ottenere un risultato terapeutico significativo ma che meritano di essere associati in particolari situazioni.
La terapia per la malattia da reflusso è in ogni caso un trattamento di lungo termine, variabile ed adattabile alle caratteristiche individuali della patologia, diverse da soggetto a soggetto.
Il concetto nuovo che si vuole trasmettere è quindi che non esiste “la” terapia del reflusso ma che ogni paziente deve essere trattato in modo specifico mirando a correggere la particolare situazione responsabile dei suoi disturbi.