Polveri sottili, cosa succede nel naso?

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Come tutti gli anni in questa stagione torna d’attualità il tema dell’inquinamento atmosferico e tra le domande più frequenti che la gente si pone quando si parla di inquinamento annoveriamo: come può il naso trattenere le polveri sottili che sono di dimensioni inferiori a un centesimo di millimetro? Da dove provengono? Quali sono i danni che provocano? Dove vanno a finire quando vengono respirate? Per rispondere bisogna partire da quelle che sono le funzioni del naso, sottolineando come ogni giorno il volume medio di aria inspirata sia di 10.000 litri! Gli spazi aerei attraverso cui l’aria passa sono fessure molto piccole, che la rallentano e la fanno entrare in contatto con ampie superfici mucose, che possono così svolgere le funzioni di condizionamento dell’aria stessa. Durante la respirazione nasale infatti l’aria inalata viene condizionata a una temperatura di circa 32°, a prescindere da quella di origine, garantendo così ai polmoni aria a temperatura costante.

Inoltre, il naso svolge la funzione di umidificazione (dopo il passaggio nasale l’aria arriva fino al 98% di umidità), di purificazione (è in grado di ripulire l’aria da circa l’85% delle particelle di dimensione superiore a 4,5 μm) e di protezione anti-infettiva (attraverso meccanismi fisici e immunologici). Le particelle di pulviscolo depositate nella mucosa nasale vengono rimosse ed eliminate nell’arco di 15 minuti. Il processo di pulitura a livello degli alveoli polmonari è molto più lungo e ha una emivita di 60-120 giorni. L’anidride solforosa che irrita e danneggia il naso è trattenuta al 90% dal naso stesso, che funziona come una vera e propria maschera anti-gas.

In particolare, esistono due tipi di polveri sottili: il più famoso PM10 (particolato formato da particelle inferiori a 10 μm, cioè inferiori a un centesimo di millimetro), una polvere inalabile in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe), e il PM2,5, particolato fine con diametro inferiore a 2,5 μm (un quarto di centesimo di millimetro), una polvere in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione orale. Soffermandoci sul PM10, esso proviene soprattutto da attività umane quali processi di combustione vari (impianti di riscaldamento, inceneritori, centrali termoelettriche, molte attività industriali), usura di pneumatici, freni e asfalto, ma anche da attività naturali quali l’erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino.

I danni provocati dalle polveri sottili sono appunto sottili perché in genere non balzano agli onori della cronaca (se non quando sono associati a blocchi o limitazioni del traffico), ma sono la causa di decine di migliaia di decessi (oltre 17.000 accertati in Italia nel triennio 2006-2008, mentre solo quest’anno i media riportano una casistica di 60.000). Detto questo, il corretto flusso aereo nasale non e’ fatto di correnti laminarie, bensì di vortici che permettono all’aria di stazionare nel naso ed essere condiziona. Ma le polveri sottili come vengono trattenute? Non certo da filtri a maglie strette, non sarebbe possibile… ma per questo dobbiamo farci aiutare dalla fisica dei flussi: dove c’e’ un flusso laminare non c’e’ alcun deposito di polvere, mentre dove ci sono una strozzatura e un’angolatura le polveri si depositano. Sono quindi le ristrettezze, le angolature e le anfrattuosità che raccolgono le polveri così piccole.  Questo è il trucco, se cosi si può chiamare! La quantità di polveri che il naso può trattenere è enorme e solo una piccolissima parte finisce in faringe (curvatura) e sulle corde vocali (strozzatura), mentre il resto purtroppo termina nei polmoni. Ecco perché quando il naso si chiude temporaneamente per un raffreddore questi organi vengono subito interessati e perché molte persone, qualora la funzione nasale sia compromessa in modo permanente (ad esempio per grave deviazione del setto), si possono ammalare di bronchite cronica, anche in età giovanile, oppure si riscontrano gravi riacutizzazioni di patologie polmonari nel periodo invernale in città inquinate.

Ma le polveri trattenute dal naso dove vanno a finire? La mucosa nasale è costituita da un epitelio ciliato che produce un gel, che raccoglie, trattiene e ingloba queste particelle. Il muco con dentro tutta la sporcizia immaginabile viene portato dal movimento delle ciglia (simile al movimento delle spighe di frumento quando c’e’ il vento) verso il rinofaringe, da qui prende le vie digestive attraverso le quali viene eliminato. Questo vale anche per gli allergeni, tanto più se ci sono recessi marcati o zone in cui questi possono depositarsi e poi facilmente penetrare la barriera della mucosa provocando la reazione allergica. Una buona clearance  muco ciliare (cioè il meccanismo di pulizia sopra descritto), sempre legata alla normalità delle strutture anatomiche delle fosse nasali, è quindi la premessa per una buona prevenzione di ogni malattia non solo del naso, ma di tutto l’apparato respiratorio.

Prof. Rubens Giorgio Mattioli

Prof. Rubens Giorgio Mattioli

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