Le notizie si diffondono a macchia d’olio e rischiano di generare apprensione e sgomento. Dalle ultime pubblicazioni scientifiche presentate dalla Società Europea di Cardiologia e da quella Italiana emerge che il livello del Colesterolo “Cattivo”, cioè la frazione chiamata LDL, dovrebbe essere inferiore a 100.
Il Colesterolo è componente essenziale delle membrane cellulari e di molti ormoni, compresi quelli sessuali, ma un suo eccesso favorisce le malattie cardiovascolari. Viene in parte prodotto dall’organismo e in parte assorbito dagli alimenti di origine animale. È tra le sostanze trasportate attivamente nelle pareti dei vasi; essendo però insolubile in acqua come nel sangue, necessita di piccole proteine che lo veicolino nei tessuti periferici agendo da “carrier” (trasportatore). Tra queste proteine, chiamate lipoproteine, si distinguono due tipi fondamentali:
quelle a bassa densità LDL (low density lipoprotein)
quelle ad alta densità HDL (high density lipoprotein)
Le HDL sono “buone” e trasportano il colesterolo dai tessuti e dalla parete dei vasi al fegato che lo metabolizza: sono gli spazzini del colesterolo. Le LDL invece sono “cattive” e trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti tramite i vasi arteriosi, sono piccole e dense, si infiltrano facilmente all’interno della parete dei vasi e vi si annidano ingrandendosi e proliferando, formando le placche aterosclerotiche (ateromi). Sono molto ricche di grassi saturi e sono facilmente aggredibili dai radicali liberi che le rendono tossiche.
Un buon equilibrio tra colesterolo totale, LDL e HDL, garantisce l’integrità dei vasi sanguigni; un eccesso di LDL o una carenza di HDL provoca invece inevitabilmente un accumulo di grassi dannosi nella parete del vaso: si formano le placche aterosclerotiche o ateromi e si innesca un meccanismo perverso di lesione cronica ed evolutiva che si rigonfia ed espande all’interno del vaso riducendone il lume fino alla sua chiusura o alla trombosi. Come conseguenza si manifesta l’Infarto del Cuore o l’Ictus nel Cervello.
Ma qui entra in discussione il livello ottimale di queste LDL. Nella razza bianca Caucasica, noi italiani per intenderci, i valori medi negli individui adulti sani sono mediamente intorno a 200, le HDL 50, le LDL 130 -150. Proporre una diminuzione indiscriminata cosi estrema delle LDL significa trattare praticamente quasi tutta la popolazione, in quanto non è sufficiente solo una dieta ferrea anche solo a base di verdure e radici a ridurlo ai nuovi limiti.
E allora come fare se attività fisica e dieta stretta non bastano? Bisogna ricorrere ai farmaci come le Statine, indubbiamente efficaci ma con svariati effetti collaterali importanti. Il costo sociale sarebbe insostenibile per il Servizio Sanitario Nazionale che già fatica ad erogare i farmaci essenziali. Mi chiedo se le Case Farmaceutiche siano neutrali in questa diatriba, ma penso che abbiano un peso importante. Infatti, stanno commercializzando nuovi farmaci molto efficaci e più selettivi, con minori effetti collaterali, ma molto più costosi, gli anticorpi monoclonali “dalle grandi potenzialità”. Il costo medio della terapia negli USA è di circa 1500 dollari mensili! L’eccesso di colesterolo rappresenta una malattia sociale che solo in Italia interessa 5 milioni di persone adulte, l’11% della popolazione adulta. Se facciamo 2 conti…
Quindi come fare? Non allarmarsi e ricordare che non tutto il colesterolo viene per nuocere, vi sono soggetti che geneticamente sono ”protetti” dal colesterolo, altri che invece sviluppano malattie cardiovascolari pur in assenza di valori elevati. Bisogna stratificare il rischio in base ai fattori più conosciuti come la familiarità (rischio genetico), il diabete, l’ipertensione, l’ obesità, il fumo. Ritengo che solo selezionando i soggetti particolarmente a rischio si possa raggiungere un soddisfacente rapporto Costo/Beneficio.