Chiropratico…chi?

Chiropratico...chi?

 

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In Italia la facoltà universitaria di Chiropratica non esiste e i terapisti devono necessariamente formarsi all’estero prima di poter esercitare la professione nel nostro Paese. Fino al 2008 la Chiropratica non era neppure riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale, ma ad oggi non è ancora stato definito in modo chiaro il percorso di studi che debba compiere un chiropratico per essere riconosciuto come tale. Questa perdurante incertezza normativa ha creato un mare magnum di chiropratici, nel quale risulta difficile orientarsi per scegliere un vero professionista.

Nel 2017 dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere avviato a Roma il 1° corso di laurea in Chiropratica, organizzato dalla Life University di Marietta (Georgia) in collaborazione con l’Associazione Italiana Chiropratici e con l’Università privata internazionale Link Campus University. Il corso di studi prevederà un triennio propedeutico, di materie di base, più quattro anni specialistici di chiropratica. Il titolo conseguito sarà a tutti gli effetti americano, ma pienamente riconosciuto in Italia. In questo modo, i giovani interessati a questo ambito non saranno più costretti a trasferirsi all’estero per seguire le proprie aspirazioni professionali. Nell’attesa di avere i primi chiropratici certificati formati in territorio italiano, è bene ricordare che in tutto il mondo il percorso di studi prevede almeno cinque anni di Università.

La Chiropratica ha origine alla fine dell’Ottocento e secondo la definizione dell’OMS è una professione sanitaria dedita alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione dei disturbi del sistema neuromuscoloscheletrico e degli effetti di tali disturbi sullo stato di salute generale; grande importanza è attribuita alle tecniche manuali, che comprendono la correzione e la manipolazione articolare, con particolare attenzione alla sublussazione.  Troppe ore al computer, posture scorrette, poco esercizio fisico, sovrapppeso, consumo eccessivo di alcol, sigarette, uso di droghe e infine stress sono alcuni dei fattori che mettono fortemente a rischio il sistema neuro-muscolare-scheletrico, rendendolo debole e privandolo del suo iniziale equilibrio. Risultato: nel tempo possono insorgere disturbi estremamente invalidanti cha vanno dal mal di schiena alla cefalea, solo per citarne alcuni. Progressivamente possono diminuire efficienza, energia e capacità di movimento. E più passano gli anni più è difficile per l’organismo recuperare. Intervenire precocemente è dunque fondamentale.

L’aggiustamento chiropratico avviene dopo un attento esame che include palpazione, analisi strumentale e radiografia: è una pressione manuale specifica, precisa, attentamente studiata e controllata allo scopo di correggere il malfunzionamento spinale, eliminando l’interferenza con i messaggi che viaggiano nel sistema nervoso tra cervello e organi, muscoli e ghiandole, portando di conseguenza vitalità, forza e guarigione.

Oggi in Italia sono oltre 4 milioni le persone che, nonostante le difficoltà descritte in precedenza, ricorrono con soddisfazione a tecniche di manipolazione manuali. La ricaduta che avrebbe un corso di laurea in Italia sarebbe ampiamente positiva. Si pensi che solo negli Stati Uniti esercitano oltre 80.000 chiropratici, cioè un dottore ogni 4.000 abitanti. In Italia attualmente sono meno di 400, di cui solo una sessantina italiani. Una proporzione come quella americana porterebbe nell’arco di qualche anno ad avere alcune migliaia di professionisti qualificati, con una notevole e benefica ricaduta sulla salute pubblica e sull’occupazione.

 

Dott. Giovanni Bisanti

Dott. Giovanni Bisanti

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